Location e Territorio di Campo Verde di San Cataldo Salento
Il villaggio di Campo Verde non è solo mare e vacanze, sole e natura, divertimento e relax, ma è anche il punto di partenza per scoprire la ricca terra del Salento.
Un territorio di rara bellezza per la sua storia, le tradizioni, l'enogastronomia, l'arte e la cultura.
Lecce è il capoluogo del Salento, rinomata per la sua arte e architettura in stile Barocco: chiese, portali, guglie, balconi e monumenti catturano e sorprendono i visitatori che visitano il suo centro storico.
A soli 10 minuti si trova Acaya, unico borgo medioevale e con fortificazioni di origine rinascimentale del sud Italia, meraviglioso anche il castello a struttura trapezoidale.
Il paesaggio nei dintorni è dominato da campi di uliveti, che segnano il paesaggio in direzione del mare, nelle campagne a est di Lecce. I campi coltivati che si intravedono sono nati dalla bonifica di San Cataldo, che ha reso terreni paludosi e malsani in fertili oliveti.
La linea della costa è variegata: si alternano spiagge e scogliere, per buona parte del percorso, che tocca anche piccoli centri con una recente vocazione turistica e balneare, la natura domina lo scenario: luminosi paesaggi marini, pini marittimi che giungono fino alle dune di sabbia, profumata macchia mediterranea, stagni dalle acque salmastre.
Proprio attorno a una di queste zone umide si trova la Riserva naturale delle Cesine, piccola oasi intatta che costituisce l’habitat ideale per animali di palude e uccelli di passo.
A ridosso di un litorale movimentato da scogliere, cavità, seni e grotte sono poi i laghi Alimini, che compongono un quadro naturalistico di grande interesse. Subito dopo gli Alimini, in direzione sud si giunge poi a Otranto.
La ampia spiaggia di sabbia fine, la pineta, la città vicina, collegata da una superstrada, sono i punti di partenza perché San Cataldo, un tempo piccolo villaggio di pescatori amministrativamente dipendente da Lecce, sia "la spiaggia dei leccesi". Occorre ricordare però che proprio qui sorgeva il porto dell'antica Lupiae, così come confermato dalla presenza dei resti nella rada dell’abitato. Sono solo gli avanzi di una banchina e di un molo in grossi blocchi di pietra, i pochi segni rimasti delle strutture romane, distrutte durante il XIX secolo.
Il tratto di costa da San Cataldo a Torre Specchia Ruggeri una volta era occupato solo da paludi e terreni incolti, i lavori di bonifica poi hanno trasformato l'area in una fertile e coltivata zona agricola.
Da quell'ambiente all'origine oggi rimane l’area protetta della Riserva naturale de Le Cesine, una zona umida di 620 ettari in gran parte gestita dal WWF un gioiello della natura di Puglia,
Nel paesaggio si alternano aree incolte e acquitrini, legati alla abbondanza delle piogge, poi un fitto bosco di pini e lecci, dalle fronde verdi e fitte, nell'estate del 1998 ci fu un pauroso incendio a ridosso delle dune sabbiose digradanti verso il mare, nella zona è presente un lago formato da due bacini alimentati in prevalenza da acque meteoriche, il Pantano Grande e il Salapi, tenuti uniti da un piccolo canale.
L'invaso si estende per circa 100 ettari e all'interno si notano due isolotti: isolotto dei Conigli, abitato appunto dal coniglio selvatico, e l’altro detto isolotto delle Canne, perché completamente ricoperto dagli spinosi cespugli dei giunchi marini. Particolarmente ricco di fioriture il suolo di sabbia, dove sono state registrate ben 320 varietà vegetali, con mortelle, lentischi, ginestre, ginepri, oleastri e rarissime specie di orchidee che sbocciano tra querce e pini d’Aleppo.
L'invaso si estende per circa 100 ettari e all'interno si notano due isolotti: isolotto dei Conigli, abitato appunto dal coniglio selvatico, e l’altro detto isolotto delle Canne, perché completamente ricoperto dagli spinosi cespugli dei giunchi marini. Particolarmente ricco di fioriture il suolo di sabbia, dove sono state registrate ben 320 varietà vegetali, con mortelle, lentischi, ginestre, ginepri, oleastri e rarissime specie di orchidee che sbocciano tra querce e pini d’Aleppo.
La zona è un crocevia di passaggio per molti uccelli (mignattai, aironi, folaghe, svassi, limicoli, porciglioni, gallinelle e germani) inoltre è area in cui svernano molti uccelli migratori.
La Riserva de Le Cesine é abitata da tartarughe palustri, tassi, ricci, lepri e da qualche volpe.